Nr. 216
Pubblicato il 04/04/2019

L’Italia rischia una deriva fascista

FAVOREVOLE O CONTRARIO?

Il pericolo di una possibile deriva fascista dell’Italia e di altri Paesi europei è una tematica che ciclicamente attraversa la società, l’opinione pubblica e parte della politica. Questo perché sul nostro territorio nazionale, come in molti Stati dell’UE, sono presenti gruppi e movimenti politici che si ispirano, direttamente o indirettamente, all’ideologia fascista o di estrema destra, o che comunque prosecutori della tradizione politica di alcuni partiti d'ispirazione neofascista o post-fascista.
In Italia, già nel 2018, la vittoria elettorale della Lega guidata da Matteo Salvini – all'epoca ministro dell'Interno – aveva alimentato critiche e preoccupazioni di molti intellettuali, politici e personaggi pubblici sulla condotta nazionalistica e per molti aspetti antieuropeista del partito, e per la vicinanza o comunque non conflittualità mostrata da Salvini verso alcuni movimenti della destra extraparlamentare italiana.
La questione torna in auge con le elezioni del settembre 2022 vinte da Fratelli d'Italia, partito guidato da Giorgia Meloni (primo presidente del Consiglio donna nella storia del nostro Paese), con la Lega di Salvini che farà parte della coalizione del nuovo governo. In molti, infatti, oltre ad accostare le figure di Salvini e Meloni a quella di Mussolini prima dell’avvento del regime fascista, temono un atteggiamento di chiusura o di regressione del nuovo governo in materia di diritti civili e nei rapporti con l'Europa e con gli Stati Uniti.


IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:

In molti Stati dell’UE sono presenti movimenti politici ispirati, direttamente o indirettamente, all’ideologia fascista o di estrema destra. In Italia, le vit-torie elettorali della Lega (2018) e di Fratelli d'Italia (2022) hanno portato molti intellettuali, politici e personaggi pubblici a esternare le proprie preoccupazioni sulla condotta politica dei due partiti e dei rispettivi leader, Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
01 - Il governo di Giorgia Meloni non ha posizioni anti-europeiste e anti-atlantiste

Il lontano passato politico di Giorgia Meloni non rappresenta alcuna minaccia per i rapporti con l’Europa e gli Stati Uniti, verso cui la premier ha già mostrato una totale apertura in termini di politiche economiche.

È molto probabile che Giorgia Meloni abbandoni presto l'approccio europeista per inaugurare l’asse Roma-Budapest-Varsavia, e dunque il suo appoggio a Paesi che hanno l’obiettivo di rafforzare l’estrema destra europea.

02 - Giorgia Meloni afferma che non toccherà la Legge 194, ma interverrà colpevolizzando le donne che abortiscono e sostenendo gli obiettori di coscienza

Giorgia Meloni metterà in campo azioni necessarie per contrastare l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, ad esempio finanziando i movimenti pro-life o tutelando e aumentando gli obiettori di coscienza.

Giorgia Meloni non toccherà in alcun modo la Legge 194. La polemica è stata montata ad arte dai partiti di sinistra contro di lei e il nuovo governo.

03 - L’atteggiamento del nuovo governo ricorda quello dei totalitarismi sui diritti civili legati alla comunità Lgbt+ e distruggerà le conquiste finora raggiunte

Le nomine a ministri Carlo Nordio ed Eugenia Maria Roccella, che in passato hanno espresso posizioni giudicate ambigue da parte della comunità Lgbt+, lasciano presagire anni di oscurantismo medievale in materia di diritti Lgbt+.

È falsa la narrazione secondo cui il nuovo governo di centrodestra porterebbe a una deriva pericolosa che rischia di minacciare i diritti Lgbt+.

04 - Con il crescente consenso intorno alla figura di Matteo Salvini l’Italia rischia una deriva fascista

Andrea Camilleri si è detto preoccupato per l’alleanza di governo M5s-Lega. Lo scrittore ha dichiarato che sulle posizioni di Salvini avverte lo stesso consenso che nel 1937 vedeva intorno a Benito Mussolini. Simili le posizioni prese da Gad Lerner, giornalista e conduttore televisivo. Per Sean O’Grady, editorialista di “Independent”, in Italia è in atto un vero e proprio ritorno al Fascismo.

Per Andrea Scanzi, giornalista e scrittore, non è in atto una deriva fascista nel nostro paese e tutta questa campagna mediatica finisce per rafforzare la figura di Matteo Salvini. Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore, è convinto che il ritorno al fascismo di cui si parla sia invece un’allucinazione creata dalla sinistra antifascista, che “evoca ciò che vorrebbe esorcizzare”.

 
01

Il governo di Giorgia Meloni non ha posizioni anti-europeiste e anti-atlantiste

FAVOREVOLE

La vittoria in Italia di Giorgia Meloni dimostra che il fascino del nazionalismo è rimasto intatto nonostante gli sforzi dei Paesi dell’Unione europea. Come, e quanto profondamente, la nuova coalizione di centrodestra possa minacciare la coesione dei Paesi dell’Ue è la principale preoccupazione dell’establishment europeo. È inoltre molto probabile che Giorgia Meloni espliciti molto presto l’abbandono dell’asse con Parigi e Berlino per inaugurare l’asse Roma-Budapest-Varsavia, e dunque il suo appoggio a Paesi che hanno l’obiettivo di rafforzare l’estrema destra europea e di creare una società non basata sui diritti individuali ma sull’autoritarismo sovranista. Il rischio di avere un asse nel Consiglio di tre Paesi grandi con un rapporto ambiguo con la democrazia rappresenta una deriva preoccupante per la tenuta dell’Europa. L’attrito che si verrebbe a creare con l’Ue avrebbe conseguenze gravi per l’Italia nella gestione dell’urgenza economica e di quelle energetica e climatica.

CONTRARIO

Emergenze quali la pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina, l'aumento dell'inflazione, hanno costretto Giorgia Meloni e Matteo Salvini a scontrarsi con la realtà e a passare quindi rapidamente dal populismo alla responsabilità. Le Istituzioni italiane sono molto forti e il lontano passato politico di Giorgia Meloni non rappresenta alcuna minaccia né per esse né per i rapporti con l’Europa e gli Stati Uniti, verso cui la premier ha già mostrato una totale apertura in termini di politiche economiche. Il fatto poi di essersi pronunciata in campagna elettorale in favore di un atteggiamento prudente in materia di conti pubblici, fa capire che Giorgia Meloni ha ben compreso l’importanza della posta in gioco, e che è abbastanza improbabile che la sua definizione di interesse nazionale su queste questioni si discosti molto da quelle degli ultimi due governi che la vedevano all’opposizione.

 
02

Giorgia Meloni afferma che non toccherà la Legge 194, ma interverrà colpevolizzando le donne che abortiscono e sostenendo gli obiettori di coscienza

FAVOREVOLE

Anche se Giorgia Meloni afferma che non toccherà la Legge 194, metterà comunque in campo azioni necessarie per contrastare l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, ad esempio finanziando i movimenti pro-life o tutelando e aumentando gli obiettori di coscienza. La nomina a ministra della Famiglia di Eugenia Roccella, che in passato si è dichiarata sostenitrice dei movimenti pro-life e ha definito l’aborto una disperata via di fuga e non un diritto, testimonia una chiara strategia del nuovo governo in questo senso.
Segnali preoccupanti arrivano già da alcune regioni, in cui si fa ad esempio molta fatica a trovare medici non obiettori, e dove le donne sono sottoposte a estenuanti pressioni psicologiche, ecografie non necessarie e non richieste e altri metodi coercitivi allo scopo di farle dissuadere dall’abortire, come ad esempio costringerle ad ascoltare il battito del bambino, pratica usata nell’Ungheria nazionalista.

CONTRARIO

Giorgia Meloni non avrà alcun atteggiamento fascista e liberticida in tema di diritto all’interruzione di gravidanza e anzi ha più volte dichiarato che non toccherà in alcun modo la Legge 194. La polemica è stata montata ad arte dai partiti di sinistra contro di lei e il nuovo governo, accuse atte solo a delegittimare, in quanto seguono una sorta di fanatico libertarismo e sono spia di un grande problema attuale, ovvero la crisi democratica.
Ciò che Giorgia Meloni farà è, semmai, aggiungere un diritto fondamentale alle donne, cioè garantire a coloro che sono costrette ad abortire non per scelta ma per necessità un sostegno economico, in modo che siano libere di scegliere eventualmente se tenere il bambino. Garantire questo diritto non può in alcun modo essere un atto fascista, semmai garantirebbe una scelta davvero libera in uno Stato che si dichiara civile.

 
03

L’atteggiamento del nuovo governo ricorda quello dei totalitarismi sui diritti civili legati alla comunità Lgbt+ e distruggerà le conquiste finora raggiunte

FAVOREVOLE

Il nuovo governo lascia presagire anni di oscurantismo medievale in materia di diritti Lgbt+ e tentativi di distruggere le conquiste finora faticosamente raggiunte. Lo testimoniano anche le nomine a ministri Carlo Nordio ed Eugenia Maria Roccella, che in passato hanno espresso posizioni giudicate ambigue da parte della comunità Lgbt+. In particolare quest’ultima, che ha dichiarato i provvedimenti in favore delle unioni civili e della stepchild adoption “leggi che vanno verso la fine dell’umano”. Più in generale, le scelte sulle cariche istituzionali sino ora fatte da Giorgia Meloni non vanno nella direzione di garantire i diritti, ma in quella di limitarli, come previsto dai programmi del centrodestra. Giorgia Meloni propone inoltre un modello vicino a quelli di paesi ultraconservatori e nazionalisti come la Polonia e l’Ungheria, nei quali i capi di governo sostengono l’esistenza di un’unica famiglia, ovvero quella tradizionale.

CONTRARIO

È falsa la narrazione secondo cui l'Italia sarebbe un paese omofobo e che l’insediamento del nuovo governo di centrodestra porterebbe a una deriva pericolosa che rischia di minacciare i diritti Lgbt+. Il nuovo governo può invece rappresentare una rivincita per chi da anni si sente preso in giro dai partiti di sinistra, garantendo la libertà per tutti di amare chi si vuole e dando voce anche a gay e lesbiche che hanno posizioni conservatrici. Ad esempio, l’opposizione di Fratelli d’Italia e di altri partiti come la Lega al Ddl Zan contro l’omotransfobia non aveva nessuna finalità omofoba, bensì l’intenzione di fermare una legge che conteneva diverse affermazioni ambigue che si sarebbero potute ritorcere contro lo stesso legislatore. Su tutte il concetto di “orientamento sessuale”, troppo omnicomprensivo.

 
04

Con il crescente consenso intorno alla figura di Matteo Salvini l’Italia rischia una deriva fascista

FAVOREVOLE

Andrea Camilleri si è detto preoccupato per l’alleanza di governo M5s-Lega. Lo scrittore siciliano ha dichiarato che sulle posizioni estremistiche di Matteo Salvini avverte lo stesso consenso che nel 1937 vedeva intorno alla figura di Benito Mussolini. Simili le posizioni prese da Gad Lerner, giornalista e conduttore televisivo. Lerner è convinto che Matteo Salvini riuscirà ad egemonizzare e infine travolgere i 5 Stelle. Infine, Sean O’Grady, vice caporedattore ed editorialista della testata britannica “Independent”, ha analizzato l’Italia del governo giallo-verde. Secondo l’editorialista nel nostro paese, a causa principalmente dell’operare politico di Matteo Salvini, è in atto un vero e proprio ritorno al Fascismo.

CONTRARIO

Andrea Scanzi, giornalista e scrittore, non accetta le semplicistiche letture in questo senso. Per Scanzi non è affatto in atto una deriva fascista nel nostro paese e tutta questa attenzione mediatica sulla questione finisce per rafforzare la figura di Matteo Salvini. Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore, è convinto che il ritorno al fascismo di cui tanto si parla sia invece un’allucinazione creata dalla sinistra antifascista che, come l’apprendista stregone, “evoca ciò che vorrebbe esorcizzare”.

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