Ponte sullo Stretto
FAVOREVOLE O CONTRARIO?
Il ponte sullo stretto di Messina identifica l’infrastruttura che consente l'attraversamento stradale e ferroviario dello stretto di Messina e il collegamento stabile della Sicilia alla Calabria e, più in generale, al continente europeo. Il progetto definitivo prevede la realizzazione di un ponte sospeso tra le due sponde. Martedì 27 settembre il presidente del Consiglio Matteo Renzi è tornato a parlare della possibilità di realizzare l’infrastruttura, riaccendendo i riflettori su un’opera pubblica di cui si parla da decenni e su cui si gioca più di un equilibrio politico. Tra progetti, appalti e promesse andate a vuoto, è lunga la storia legata a questo breve tratto di mare. La nuova dichiarazione del Premier, che ha annunciato la creazione di almeno 100.000 posti di lavoro e la capacità dell’Italia di realizzare un’opera di questa portata, fa da contraltare al muro delle opposizioni che criticano Renzi per aver cambiato idea sul Ponte. In mezzo le polemiche di chi sostiene che ci siano altri interventi da effettuare preliminarmente e di chi si sente per l’ennesima volta illuso da troppa leggerezza.
IL DIBATTITO IN 2 MINUTI:
Il 27 settembre 2016 l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato nuovamente della possibilità di realizzare il Ponte sullo stretto di Messina, riaccendendo i riflettori su un’opera pubblica di cui si parla da decenni e sulla quale si gioca più di un equilibrio politico.
Allo stato attuale, il traffico veicolare che attraversa lo Stretto di Messina passa per le città di Messina e Villa San Giovanni, e la presenza di porti alternativi non ha cambiato questa situazione, tuttavia il ponte potrebbe risolverla. Anche il consumo del suolo per le infrastrutture di imbarco di macchine e treni potrebbe venire ridotto. Ciò sostiene Cosimo Inferrera.
I circa dieci miliardi di euro previsti per la realizzazione dell’opera sono un costo folle rispetto agli scarsi benefici previsti. C’è solo grande confusione nelle cifre, nelle modalità di finanziamento e nelle stime di rientro, che potrebbe non avvenire mai. Il rapporto costi benefici registra un valore negativo. Così sostengono Mario Tozzi; Marco Ponti; Andrea Boitani; Renato Accorinti.
I fondi destinati alla costruzione del Ponte saranno recuperati in pochi anni, attraverso il pedaggio autostradale, l’occupazione in crescita e i benefici a commercio e turismo. Sui finanziamenti per la realizzazione dell’opera, sono diverse le possibilità pubbliche e private, con un occhio di riguardo all’appoggio dell’UE. Sono citati Mazzoncini Renato; Chiaravalloti Giuseppe; Forte Francesco.
La costruzione del Ponte consentirà un notevole incremento dell’offerta di lavoro, anche dopo l’ultimazione dell’opera. Saranno diverse le ripercussioni sull’occupazione e, in generale, su tutta l’economia del Sud Italia. Nella tesi sono citati Matteo Renzi; Altero Matteoli; Pietro Ciucci; Alfonso Cirasa.
I numeri annunciati dall’ex premier Renzi sono lontani dalla realtà, il Ponte sullo Stretto comporterà, anzi, la perdita di posti di lavoro per i traghettatori e un’incidenza blanda sull’economia del Mezzogiorno. Percorrere le alternative, come la rivalutazione degli altri mezzi di trasporto con infrastrutture efficienti, appare essere la soluzione migliore. Così afferma Renato Accorinti.
Il Ponte sullo Stretto risponde all’esigenza di fronteggiare l’isolamento della Sicilia. Vengono ridotti i tempi di percorrenza dei traghetti e si offre un’alternativa a chi vuole utilizzare l’auto per gli spostamenti su tutto il territorio italiano. Si favorisce inoltre il trasporto ferroviario e una pronta risposta alle emergenze, come quella idrica. Sono citati Aurelio Misiti e Mario Cozza.
L’isolamento della Sicilia è un fattore comune ad altre realtà, come la Sardegna. Il paese deve affrontare altre priorità, come l’ammodernamento del sistema ferroviario e l’emergenza terremoto. Inoltre, la struttura non garantirebbe un abbattimento dei tempi di percorrenza significativo rispetto ai costi per la sua costruzione. Lo sostengono Mario Tozzi; Marco Ponti; Andrea Boitani.
La realizzazione del Ponte sullo Stretto si scontra con condizioni naturali e morfologiche uniche e persino pericolose per una struttura che non avrebbe precedenti nel panorama mondiale. L’elevato rischio sismico, i forti venti, l’ecosistema caratteristico sono tutti fattori che sconsigliano la realizzazione di un’opera così mastodontica. Questa l’opinione di Mario Tozzi e Remo Calzona.
La realizzazione del Ponte ridurrebbe il traffico nelle città dello Stretto e il consumo del suolo
Allo stato attuale il traffico veicolare che attraversa lo stretto di Messina passa per le città di Messina e Villa San Giovanni, e la presenza di porti alternativi non ha cambiato questa situazione, tuttavia il ponte potrebbe risolverla. Anche il consumo del suolo per le infrastrutture di imbarco di macchine e treni potrebbe venire ridotto.
I costi per la realizzazione del Ponte sono eccessivi rispetto ai benefici che ne potrebbero derivare sul territorio
I fondi destinati alla costruzione del Ponte saranno recuperati in pochi anni attraverso i benefici immediati e a lungo termine che si produrranno. Il pedaggio autostradale da subito, l’occupazione in crescita e i benefici al commercio, turismo e in generale a tutto il territorio più avanti. Sui finanziamenti per la realizzazione dell’opera, sono diverse le possibilità pubbliche e private, con un occhio di riguardo all’appoggio dell’Unione Europea.
I circa dieci miliardi di euro previsti per la realizzazione dell’opera rappresentano un costo folle rispetto agli scarsi benefici previsti. C’è solo grande confusione nelle cifre, nelle modalità di finanziamento e nelle stime di rientro, che, potrebbe non avvenire mai, con un rischio concreto di andare in perdita sulla scia di altri esempi internazionali. Il rapporto costi benefici registra dunque un valore negativo che non può non frenare l’entusiasmo dei sostenitori del Ponte.
La nuova infrastruttura che sorgerà tra Sicilia e Calabria porterà fino a 100.000 nuovi posti di lavoro
La costruzione del Ponte consentirà un notevole incremento dell’offerta di lavoro che porterà benefici anche dopo l’ultimazione dell’opera. Direttamente e indirettamente saranno diverse le ripercussioni sull’occupazione e, in generale, su tutta l’economia del Sud Italia, troppo spesso, in passato, bistrattata.
I numeri annunciati dall’ex premier Renzi sono lontani dalla realtà, il Ponte sullo Stretto comporterà, anzi, la perdita di posti di lavoro per i traghettatori e, in generale un’incidenza blanda sul sistema economico del Mezzogiorno. Percorrere le alternative, come la rivalutazione degli altri mezzi di trasporto attraverso infrastrutture efficienti, appare essere la soluzione migliore.
Il Ponte avvicina la Sicilia all’Italia e all’Europa e risponde all’esigenza di velocizzare i collegamenti da e per l’isola
La realizzazione dell’opera viene incontro all’esigenza di fronteggiare l’isolamento della Sicilia rispetto alla Penisola italiana e in generale all’Europa. Vengono ridotti i tempi di percorrenza dei traghetti e si offre un’alternativa valida per chi vuole utilizzare l’auto per gli spostamenti su tutto il territorio italiano. Si favoriscono inoltre i trasporti, soprattutto quello ferroviario, e una pronta risposta alle emergenze, come quella idrica.
L’isolamento della Sicilia è un fattore comune ad altre realtà, come ad esempio la Sardegna e dunque non si sente la necessità di rispondere ad un qualcosa che non esiste. Il paese deve fronteggiare esigenze prioritarie come l’ammodernamento del sistema ferroviario al Sud e l’emergenza terremoto. Esistono poi numerose alternative alla costruzione del Ponte, meno costose e più facilmente realizzabili. Infine, la struttura non garantirebbe un abbattimento dei tempi di percorrenza significativo rispetto ai costi esorbitanti per la sua costruzione.
Il Ponte è diventato strumento politico su cui si giocano gli equilibri tra maggioranza e opposizione
La politica italiana sostiene fortemente la realizzazione dell’infrastruttura sullo Stretto di Messina, a partire dall’ex premier Renzi che si è schierato apertamente nel partito dei favorevoli. Da sinistra a destra, passando per associazioni e industrie, è nutrito il gruppo di chi vuole rilanciare il Sud Italia attraverso una prova di forza che non avrebbe precedenti nel palcoscenico mondiale. Il progetto è pronto da anni, bisogna trovare i fondi per attuarlo.
Sono diversi i politici che si oppongono alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Costi proibitivi, difficoltà di realizzazione, progetti confusi, sono i principali motivi dei No Ponte. Geologi e tecnici sottolineano l’impossibilità anche solo di provarci e intanto le spese già sostenute per un’opera mai realizzate sono ingenti e rischiano di mandare al collasso lo Stato intero.
Il Ponte rappresenta un’opera realizzabile in completa sicurezza, dati i numerosi studi ingegneristici e ambientali effettuati nel corso degli anni
Se è vero che di Ponte sullo Stretto di Messina si parla sin da epoca romana, è facilmente constatabile come nel corso dei secoli siano stati effettuate verifiche continue e costanti sulla fattibilità di questa grande opera, mai realizzata soprattutto per questioni economiche e pigrizie politiche. Le condizioni per la costruzione del ponte in sicurezza sono tutte presenti, sulla scia di altre strutture simili presenti nel mondo.
Lo Stretto di Messina rappresenta una zona del tutto peculiare con acque che possono essere profonde fino a 2000 m. La realizzazione dell’opera si scontra con condizioni naturali e morfologiche uniche e persino pericolose per una struttura che non avrebbe precedenti nel panorama mondiale. L’elevato rischio sismico, i forti venti, l’ecosistema caratteristico sono tutti fattori che sconsigliano la realizzazione di un’opera così mastodontica.