Il progetto SOX è un esperimento fondamentale per la scienza e non doveva essere toccato da polemiche collaterali come quella sulla collocazione del Laboratorio

Un passo importante per il progresso scientifico

L’esperimento SOX assecondava il diritto alla Scienza e alla partecipazione alla Scienza, era un’occasione per approfondire le cosiddette “anomalie dei neutrini”. L’interazione dei neutrini con Borexino per via gravitazionale e non debole rappresenterebbe una tappa epocale per la Scienza, per l’individuazione di componenti sterili nei neutrini e anche per provare a dare una spiegazione sulla materia oscura dell’Universo.

Giuseppe Di Bella autore dell’Associazione Luca Coscioni e Federico Binda, Ricercatore presso l’Università di Regensburg, affermano: “Come qualsiasi altro esperimento scientifico, SOX punta a spostare più in là le frontiere della conoscenza e ciò si incardina perfettamente in ciò che nell’appello per il diritto umano alla scienza che l’Associazione Luca Coscioni ha lanciato viene definito come il diritto umano a partecipare e godere del progresso scientifico” (L’esperimento SOX e la libertà di ricerca scientifica, “associazionelucacoscioni.it”, 27 dicembre 2017).

Un vanto per l’Italia

I risultati dell’esperimento avrebbero potuto mettere in discussione il modello standard definito dalla fisica fondamentale e chiarire le caratteristiche del neutrino, particella particolarmente sfuggente e difficile da studiare. L’Italia poteva essere il luogo dove tali scoperte avrebbero visto la luce, una grande occasione e una vetrina per dare lustro al nostro Paese, come conferma il fisico teorico Federico Carta: “È un esperimento unico al mondo, e la cosa figa è che ‘ce lo invidiano tutti’, perché non lo fanno mica i giapponesi, i russi o gli americani. Lo facciamo noi” (Federico Carta, Il Gran Sasso e quella bufala "radioattiva", “ilgiornale.it”, 2 dicembre2017).

Un grande rimpianto

Marco Pallavicini, coordinatore del progetto SOX, ha affermato: “Sapevamo che costruire una sorgente di antineutrini con le caratteristiche necessarie perché il nostro progetto fosse in grado di produrre risultati scientifici significativi e fosse competitivo a livello internazionale era una sfida tecnologica impegnativa ma la grande rilevanza scientifica dell’obiettivo e la possibilità di realizzarla che ci era stata prospettata ci avevano guidati in questa impresa. Oggi, purtroppo, dobbiamo prendere atto dell’impossibilità di produrre una sorgente idonea, è un duro colpo per me e per i tanti, soprattutto giovani, che ci credevano e che hanno lavorato con grande impegno in questi anni per portare SOX a realizzazione. Sappiamo anche che così funziona la ricerca scientifica di frontiera: si affrontano problemi complessi e si valutano soluzioni tecniche e tecnologiche d’avanguardia, e talvolta può accadere che al momento della loro implementazione si riveli l’impossibilità di portarle a compimento. Il nostro compito di ricercatori è ora puntare con fiducia a nuovi obiettivi” (Enzo Vitale, Annullato l'esperimento Sox, i russi danno forfait: non sono in grado di realizzare il generatore di antineutrini, “ilmessaggero.it”, I febbraio 2018).
In particolare, molti dei rischi paventati non sono riconducibili a responsabilità diretta del Laboratorio, perché, ad esempio, la captazione dell’acqua in quelle zone è avvenuta successivamente alla costruzione del Laboratorio stesso.

Claudio Alessandro Colombrita, 21 marzo 2018

Non è un esperimento così rilevante

L’interruzione del progetto e l’impossibilità di realizzare le condizioni per il suo svolgimento non sono due eventi casuali ma correlati. Sono più i rischi che i benefici dell’esperimento, come conferma proprio un dirigente di ricerca all’INFN, Francesco Vissani: “Io sono un fisico teorico, nei miei studi ho valutato l'importanza di questo esperimento e non sono tra i più forti supporter. Nonostante io lavori dentro al Laboratorio, la mia opinione personale è che le motivazioni scientifiche non siano così forti. L'esperimento ha il suo perché, ma non è così fondamentale come quello sulle onde gravitazionali" (''Esperimento SOX non e' fondamentale'' vissani (infn), ''ma sicurezza e' garantita'' “abruzzoweb.it”, 23 novembre 2017).

Il passo più lungo della gamba

Perché investire tutti questi soldi preventivamente se non si aveva ancora la certezza di poter eseguire l’esperimento? Per la preparazione di SOX sono stati spesi già diversi milioni di euro in questi anni, il tutto senza informare correttamente i cittadini.
Un rischio non ben calcolato, secondo l’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso: “Scoprire a due mesi dall’avvio del progetto che i responsabili dello stesso non sono in grado di garantire quello che loro stessi definiscono ‘il cuore del progetto’ solleva ulteriori dubbi su tutta la vicenda, considerato che la messa a punto dell’esperimento, a quanto si è appreso, nonostante la mancanza di informazioni alla cittadinanza che lo ha caratterizzato, va avanti da anni ed è già costata milioni di euro” (Stop all’esperimento Sox del Gran Sasso: "Decisione positiva, ma non risolutiva", “infomedianews.it”, 3 febbraio 2018).

Una collocazione particolarmente rischiosa

Sin dalla sua costruzione, il Laboratorio è stato accompagnato da un coro di perplessità e critiche per il pericolo contaminazione delle acque e per la sua collocazione in un’area a forte rischio sismico. Inoltre, esistono diversi precedenti che allarmano, a ragion veduta, l’intera popolazione e gli ambientalisti. Così Augusto De Sanctis del Forum Abruzzese Movimenti per l’Acqua: “Già esiste il rischio perché ci sono decine di esperimenti che utilizzano grandi quantità di sostanze pericolose” (Nadia Toffa, Un pericoloso esperimento nucleare tenuto nascosto, “iene.mediaset.it”, 21 novembre 2017).

Addirittura, sono le stesse istituzioni a essere consapevoli delle molteplici problematiche legate al Laboratorio, come confermato da Giovanni Lolli, vicepresidente della Giunta Regionale Abruzzo: “Quella del Gran Sasso è una questione complessa, all’interno della quale bisogna far coesistere tre grandi risorse: l’acqua, l’autostrada, e il più importante laboratorio italiano. Questi tre sistemi sono continuamente a rischio di contaminazione, e per questo vanno assolutamente disaccoppiati” (Lorenzo Colantonio, Gran Sasso, esperimento Sox: "Test radioattivo, vogliamo andare avanti", “ilcentro.it”, 2 dicembre 2017).

Il problema idrico

Ad essere in pericolo è soprattutto l’acqua bevuta dagli abruzzesi. Le popolazioni ricordano bene gli episodi verificatisi in passato, l’ultimo risale a maggio 2017, quando si riscontrò una contaminazione da toluene dell’acqua potabile, e temono che il problema possa ripresentarsi con SOX.
Nell’intervista rilasciata a Nadia Toffa de “Le Iene”, Stefano Ragazzi, Direttore Laboratori INFN si è lasciato sfuggire un’affermazione allarmante: “Sarebbe un grande sollievo per me, come direttore di laboratorio, se potessi decidere di non erogare più l’acqua. Siamo noi nel posto sbagliato se lì c’è la captazione dell’acqua” (Nadia Toffa, Gli esperimenti nucleari che contaminato l’acqua, “iene.mediaset.it”, 29 marzo 2017).