Guerra in Libia, l’Italia dovrebbe assumere un ruolo più determinante, forte dell’appoggio di ONU e UE

Se l'Italia non interviene in modo più efficace in Libia rischia di peggiorare la questione profughi e di far saltare importanti accordi commerciali

Tesi favorevole

PRO\VERSI

Se l'Italia continua a rispondere per slogan tramite i suoi esponenti e non interviene incisivamente in Libia, rischierà, assieme ad Eni, di perdere l’influenza su quel territorio e soprattutto sul suo petrolio, e vedrà andare a monte la prospettiva di una Libia “porto sicuro”, dal momento che l'attuale guerra sta creando profughi proprio su quel territorio.
Un altro rischio è che riconquistino terreno i terroristi islamici (al-Qaida e Isis), con il conseguente intervento militare obbligatorio da parte del nostro Paese.
L'intervento italiano si limita a una sterile mediazione tra i leader libici Haftar e al-Serraj e trascura violenze, soprusi e orrori che i civili sono costretti a vivere in Libia. È evidente anche come l'Italia, assieme ad altri Paesi europei, mostri la solita remissività nei confronti degli USA di Trump, con conseguenze negative sul progetto di costruire una logistica mediterranea degli idrocarburi, che rifornisca l’Europa dalle sponde di quei Paesi produttori (tra cui la Libia) dove l’Eni ha una posizione forte, il che permetterebbe agli europei di diminuire a dipendenza dal gas di Putin, e all’Italia di acquisire preminenza nella politica energetica dell’Unione.


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