Non sono emersi profili di illegittimità per cui il governo non può bloccare la costruzione del TAP, inoltre si pagherebbero penali enormi

Le dichiarazioni del premier Conte e del ministro Costa

Nelle file del governo Conte, il primo ad annunciare pubblicamente che i lavori per la realizzazione del gasdotto TAP in Salento non sarebbero stati fermati è stato il ministro all’Ambiente Sergio Costa: “È bene sottolineare che parliamo di un procedimento già autorizzato e concluso nel 2014, su cui si è espresso il Consiglio di Stato con sentenza 1392 del 27 marzo 2017 confermandone definitivamente la legittimità - spiega Costa - Tuttavia, come è stato detto, abbiamo ascoltato tutte le osservazioni provenienti dal territorio, sia dai portavoce del Movimento 5 Stelle sia dal comune di Melendugno. Abbiamo valutato se tutte le autorizzazioni fossero state emesse a norma di legge. Il risultato di questo lavoro è ora nelle mani del Presidente del Consiglio per le opportune valutazioni che il governo dovrà esprimere. Ricordiamo che l'opera è stata già autorizzata dal precedente governo e che i ricorsi sulle autorizzazioni già in passato non hanno trovato gli esiti giudiziari sperati dai cittadini. In questo percorso, nella fase finale, è arrivato il nostro governo. Abbiamo in particolar modo riesaminato quelle prescrizioni che, secondo i rilievi provenienti dai territori, non sarebbero state ottemperate. Ricordiamo che la Valutazione di impatto ambientale è stata rilasciata sul progetto definitivo che, per sua natura, è suscettibile di adattamenti in fase esecutiva, e pertanto le prescrizioni possono essere aggiornate via via che in tale ultima fase dovessero emergere nuove e mutate situazioni” (Tap, Costa: “Non sono emersi profili di illegittimità”. Conte: “Tap si farà”, “Rai News”, 26 ottobre 2018).

La conferma dei lavori arriva qualche giorno più tardi dal premier Giuseppe Conte. Il primo ministro dichiara che l’esecutivo “ha fatto tutto quello che poteva, non lasciando nulla di intentato. Ora però è arrivato il momento di operare le scelte necessarie e di metterci la faccia. Prometto un'attenzione speciale alle comunità locali perché meritano tutto il sostegno da parte del Governo” (Tap, Conte: “Il gasdotto si deve fare”. Il Salento insorge, “Il Messaggero”, 26 ottobre 2018).

Barbara Lezzi si difende dagli attacchi

Barbara Lezzi, salentina e ministro per il Sud del governo Conte, è stata fortemente criticata dal movimento No TAP e da parte dell’opinione pubblica nazionale per le posizioni prese, dopo che in campagna elettorale si era esposta più di altri promettendo l’interruzione dell’opera. Il 28 ottobre 2018 pubblica un video nel quale risponde agli attacchi: “Il Movimento 5 Stelle non ha dato nessuna autorizzazione al Tap – spiega Lezzi – Ci ritroviamo adesso nella condizione di non poterlo fermare, di non poter fermare una procedura che è stata già chiusa. Avviata, svolta e conclusa dal Governo precedente. Voglio quindi rispondere alle tante voci che girano in questi giorni ”. Attacca, quindi, una giornalista de “Il Fatto Quotidiano”: “Partiamo ad esempio dalla giornalista Tiziana Colluto che dice che io sapevo tutto dal 2013, sapevo che esisteva questo trattato internazionale che ci legava. Certo, io l’ho sempre detto. Abbiamo cercato l’aiuto di tutti i partiti politici per bloccare quella follia nel 2013 ”. Il controattacco della ministra si indirizza poi al sindaco di Melendugno, che pubblicamente ha dichiarato di non gradire più la sua presenza nella città salentina: “ Passiamo al sindaco. Le maniere da teppistello con cui mi intima di non tornare a Melendugno non mi fanno paura perché io non ho niente da temere. E non può permettersi di dirmi dove devo o non devo andare. A casa mia ci torno e con la testa alta, perché non ho dato nessuna autorizzazione al Tap” (Gasdotto Tap, Barbara Lezzi replica furiosa alle accuse (e con la giornalista del Fatto), “youtube.com”, 28 ottobre 2018).

Il centrodestra a favore del TAP

Paolo Zangrillo, rappresentante di Forza Italia, il 25 luglio 2018, pochi mesi prima della conferma dei lavori da parte del governo, prova a rassicurare i salentini sullo scarso impatto dell’opera sul territorio, evidenziandone, di contro, i vantaggi economici che ne deriveranno: “Posso garantire agli abitanti del Salento che il Tap non procurerà alcun danno a quelle terre meravigliose – spiega nel corso della puntata di ‘Coffee Break’ su La7 – Il Tap è un progetto completamente finanziato dai privati, quindi i cittadini italiani non tirano fuori neanche una lira. Bisogna evitare di alimentare gossip e raccontare balle ai cittadini. Noi dipendiamo per il nostro fabbisogno di gas al 90% dagli altri Paesi. Oggi ci riforniamo dalla Russia, dall’Algeria, dalla Norvegia. L’infrastruttura Tap intanto ci consentirà di avere un approccio concorrenziale più virtuoso e questo avrà una ricaduta positiva anche sui cittadini che vedranno ridotte le tariffe del gas. Un sacco di balle sono state raccontate inoltre sull’impatto ambientale. Il gasdotto passerà sotto la spiaggia di San Foca a 15 metri di profondità e quando arriverà sulla terra sarà a due metri di profondità. Sono stati espiantati 600 ulivi che sono stati messi in una posizione di deposito e questi verranno ripiantati quando l’opera sarà terminata” (Zangrillo (Forza Italia) su gasdotto Tap: “Posso garantire agli abitanti del Salento che non procurerà alcun danno”, “La7”, 25 luglio 2018).

Il movimento No TAP chiede dimissioni eletti M5S Dopo le dichiarazioni pubbliche del premier Giuseppe Conte e del ministro all’ambiente Sergio Costa, che hanno confermato i lavori per la realizzazione del gasdotto, la risposta del movimento No TAP arriva su Facebook: “Dimettetevi tutti – scrivono gli attivisti con riferimento ai deputati pentastellati - Lo sanno i nostri governanti, o almeno una parte di essi, quello che abbiam subito in quelle campagne. Se gli ulivi potessero parlare, sarebbero testimoni di quanto stiamo scrivendo, la repressione gratuita che abbiamo subito nelle notti a controllare quello che succedeva nel cantiere. La documentazione è nelle loro stanze e non possono far finta di niente. Ma questo è scomparso dal mondo dell’informazione. Non potete nascondervi dietro una frase ‘sono No Tap’ e dicendo che le autorizzazioni date sono legittime, di fatto, scaricando le responsabilità ad altri. Se avete le palle come le stelle rimettete il vostro mandato!” (“TAP, vogliamo le dimissioni degli eletti M5s”, “Next Quotidiano”, 27 ottobre 2018).

Il giorno dell’annuncio di Conte è intervenuto uno dei leader del movimento contro il gasdotto, Gianluca Maggiore: “Una perdita di tempo, una presa in giro per calmare gli animi – ha dichiarato - È chiaro che la nostra battaglia continuerà, come è chiaro che tutti i portavoce locali del M5S che hanno fatto campagna elettorale qui e che sono diventati addirittura ministri grazie ai voti del popolo del movimento No Tap, si devono dimettere adesso. Noi siamo qui, sui luoghi della Tap ad aspettare. Vogliamo vedere se gli eletti pentastellati saranno dalla parte della popolazione dimettendosi, o dalla parte di chi vuole imporre l'opera con la forza” (No Tap: “Ci hanno preso in giro, eletti M5s si dimettano, “Il Messaggero”, 26 ottobre 2016).

Potere al Popolo con la popolazione salentina

Il partito di sinistra Potere al Popolo, il 28 ottobre 2018, ha diffuso un comunicato stampa nel quale attacca il Movimento 5 Stelle sulle scelte legate al TAP: “Avevano promesso che avrebbero fermato l’opera – si legge nella nota - Addirittura in due settimane, tuonava Di Battista. Nelle ultime ore la marcia indietro. Prima la lettera del Presidente del Consiglio Conte ai sindaci salentini: TAP si farà, ci dispiace ma non possiamo fare altrimenti.
Poi le parole di Di Maio che dopo tre mesi di studio ‘matto e disperato’ ha scoperto che ci sono 20 miliardi di penali da pagare in caso di cancellazione. Peccato che il direttore generale del MISE Gilberto Dialuce lo abbia smentito preventivamente, con una nota di settembre dichiarava che la ‘quantificazione dei costi di abbandono ha come fonte la società di Stato azera Socar’. Nessuna penale.
Noi riteniamo che il passo indietro del M5S sveli l’inconsistenza di tante delle promesse formulate in questi anni. Inaccettabile perché se vuoi essere davvero forza del cambiamento, la prima differenza col passato sta nel fare ciò che si dice. Alle parole far seguire i fatti.
Dopo questo voltafaccia come si può mai credere alle promesse pentastellate su TAV, Terzo Valico, Pedemontana, solo per rimanere ad alcune delle maxi-opere di cui si sente parlare più spesso?
Non crediamo sia facile, tutt’altro. Gli interessi economici e politici dietro un progetto come il TAP sono immani. Non basta la semplice volontà, ma serve attrezzarsi a sostenere lo scontro. Il Movimento 5 Stelle non l’ha fatto. Come Potere al Popolo abbiamo sempre sostenuto e continuiamo a sostenere le mobilitazioni popolari in Salento, come quella di oggi a San Foca. Perché bloccare gli interessi milionari di aziende enormi e interi Stati non è questione tecnica, ma tutta politica. Non esistono salvatori, il voltafaccia del M5S ce lo insegna una volta di più” (No Tap. Potere al Popolo con la popolazione salentina, contro il voltafaccia del M5s, “Contropiano”, 28 ottobre 2018).

Parte del M5S si oppone alle decisioni del governo

Il via libera del governo al TAP ha aperto un dibattito interno al M5S. I senatori Lello Ciampolillo, Saverio De Bonis e la deputata Sara Cunial hanno risposto in maniera critica alla lettera del premier Conte indirizzata ai sindaci salentini per annunciare la prosecuzione dei lavori: “Anche Conte sbaglia. Non ci possono essere penali, semplicemente perché non esiste alcun contratto tra Stato e Tap. Non ci possono nemmeno essere costi a carico dello Stato, semplicemente perché, non essendovi ad oggi il rispetto delle prescrizioni da parte di Tap, non vi può essere responsabilità dello Stato. Continuiamo ad avere fiducia nella magistratura”, hanno dichiarato in una nota congiunta Ciampolillo, De Bonis e Cunial ( Tap, tensioni nel M5s: per Ciampolillo, De Bonis e Cunial “Conte sbaglia”, “Agi”, 27 ottobre 2018).

Di Battista chiede scusa

Bersaglio principale della collera No TAP, insieme agli eletti pentastellati nei comuni salentini interessati, è Alessandro Di Battista. Nel 2017, in piena campagna elettorale, il politico pentastellato aveva infatti rilasciato precise dichiarazioni durante un comizio a San Foca, difronte a una piazza gremita di gente: “Con il Movimento 5 Stelle al governo, quest’opera la blocchiamo in due settimane” (Tap, la promessa di Di Battista: “Lo bloccheremo in due settimane”, “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 16 ottobre 2018).
Dopo la conferma dei lavori e la conseguente campagna mediatica del movimento No TAP contro M5S, Di Battista è costretto a scusarsi pubblicamente: “Mi merito di essere messo al chiodo, chiedo scusa a tutti i cittadini salentini perché li ho illusi – ha spiegato Di Battista in collegamento dal Nicaragua con la trasmissione ‘Accordi & Disaccordi’ - Quando ho visto questo video pubblicato ovunque ho pensato che questo è il dovere del sistema mediatico, rinfacciare ai politici le promesse non mantenute. Io stesso mi ero illuso, ero convinto che saremmo riusciti a bloccarlo ma è evidente che quando ho detto questa frase intendevo qualora il Movimento avesse governato da solo. Ciò non è accaduto. Me lo merito tutto starò più attento con le parole e proverò a fare più pressione affinché certe promesse che sono state fatte e sulle quali abbiamo preso voti vengano mantenute” (M5s, Di Battista chiede scusa su Tap: “Ho illuso i salentini, merito di essere messo al chiodo”, “La Repubblica”, 17 novembre 2018).