L’Italia non fa abbastanza per integrare i rom

Sicurezza, legalità, integrazione sono i termini che animano il dibattito intorno ai rom. L’incertezza dei numeri rende ardua una classificazione della presenza dei rom in Italia, ma le maggiori perplessità sono suscitate dal dibattito pubblico e dal lavoro dei mass media, costantemente sospesi tra accuse di buonismo, episodi di cronaca nera e facili stereotipi.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - C’è un collegamento diretto tra la percezione di insicurezza dei cittadini e la presenza sempre più consistente dei rom nelle città italiane

E' diffusa l’idea per cui i rom sarebbero propensi ad azioni criminali. Mass media e politici li dipingono come ladri, rapitori di bambini, sfruttatori, allergici al lavoro e alla legge. Numerosi gli studi, però, provano che questa è una visione nata da stereotipi e pregiudizi. Laura Boldrini risulta tra i maggiori interpreti di una visione improntata all’accoglienza.

I dati sulla criminalità e sull’abbassamento della sicurezza percepita sono connessi al crescente numero di rom provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est. Sia nella società civile che nel mondo politico molti invitano a porre un freno a questo flusso di immigrazione incontrollata. Tra le posizioni più critiche, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini.

02 - I rom vivono al di sopra della legge: rifiutano scuola, lavoro e tasse

Ad alzare un muro invisibile tra rom e contesti come la scuola e il lavoro, sono soprattutto le pratiche discriminatorie del paese di accoglienza. Come afferma Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa: quando le pratiche di integrazione funzionano, quello stesso muro che separa i rom dalla comunità circostante e da una piena condizione di legalità si sgretola.

Il rapporto critico tra rom e legalità, evidenziato da numerosi studi, resta oggetto di un dibattito controverso. La bassa percentuale di rom inseriti in contesti lavorativi e scolastici è a volte frutto di diffidenza verso l'organizzazione statale e di un sentimento di non appartenenza provato dai rom.

03 - È necessario e verosimile puntare ad una piena integrazione dei rom nella società italiana

Sul sito della Commissione Europea si legge: “le istituzioni europee e tutti i Paesi dell’UE hanno la responsabilità comune di migliorare la vita dei cittadini Rom”. Per l’Ufficio Antidiscriminazioni Razziali, si deve “assicurare un miglioramento duraturo e sostenibile delle loro condizioni di vita […]”.

In Italia è problematico articolare programmi per favorire l’integrazione dei rom nel tessuto locale. Le indagini evidenziano da un lato la difficoltà da parte degli apparati statali di creare efficaci piani per l'integrazione, dall'altro la volontà dei rom di mantenere intatte le proprie peculiarità, anche quando queste sono in contrasto con i caratteri socioculturali del paese ospitante.

04 - I mass media hanno un ruolo decisivo nel diffondere stereotipi e pregiudizi sui rom e alimentare il razzismo

Luoghi comuni e stereotipi riguardo ai rom trovano nei mass media una straordinaria cassa di risonanza. Quotidiani e telegiornali, blog e informazione online, hanno una elevata capacità di penetrazione nella coscienza comune e, come dimostrato da una serie di studi, rappresentano i principali veicoli della cultura del sospetto e dell’esclusione, che vede proprio nei rom un facile bersaglio.

È doveroso per i mass media denunciare all’opinione pubblica segmenti della società mal controllati dalle istituzioni. Al di là del buonismo, i mezzi d’informazione devono esercitare in piena libertà il diritto/dovere di cronaca, anche quando si tratta di comunità rom, spesso lontana da una percezione condivisa di legalità e restia ad accettare regole e costumi tipici della cittadinanza italiana.