Occorrono provvedimenti più severi in famiglia e nelle scuole e un’attenta educazione digitale

Ripartire dall’autorità dei docenti

Dopo il susseguirsi di episodi di bullismo nelle scuole italiane, che hanno visto come vittime privilegiate i docenti, è iniziata una riflessione piuttosto profonda negli uffici del MIUR, per porre un tampone a una vera e propria emergenza, anche sorprendente. Il ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha confermato: “Ripartire dal rispetto e dalla fondamentale importanza della figura dei docenti, mai minimizzare e anzi subito denunciare episodi di violenza verbale o fisica, linea rigorosa nelle sanzioni: ecco la strada da seguire” (Bullismo verso insegnanti, Fedeli: ‘Linea rigorosa. In casi gravi arrivare alla non ammissione allo scrutinio finale’, “tuttoscuola.com”, 20 aprile 2018).
Bisogna dunque ripristinare i corretti ruoli, conferire potere e autorità ai docenti, che devono agire con pene esemplari e che devono sanzionare le cattive condotte anche con la bocciatura. Importante denunciare, quando ve ne siano le condizioni.

Emergenza cyberbullismo

La diffusione dei social e delle piattaforme on-line ha creato ulteriori problemi a un sistema già in difficolta. Internet è spesso una zona franca e l’Unione Europea non ha uniformato le regolamentazioni dei singoli Stati membri. Risulta dunque difficile approcciarsi al fenomeno del cyberbullismo. La psichiatra Donatella Marazziti, direttore scientifico della Fondazione Brf, afferma: "Dovremmo chiedere all'Unione Europea perché vi sia la massima libertà di denigrazione sul web. Sono duecentomila i ragazzi vittima di cyberbullismo in Italia, e non sono protetti in nessun modo dalla legislazione europea” (Vercelli, si impicca ragazzo vittima del cyberbullismo, “iltempo.it”, 18 settembre 2015).

Maria Rita Munizzi, presidente del Moige (Movimento Italiano Genitori), detta la soluzione: “La tutela dei minori online e offline è un atto di responsabilità collettiva che auspichiamo condivisa e supportata non solo dai genitori, ma anche dagli operatori economici e dalle istituzioni” (Anna Maria Giannini, Report la violenza negli adolescenti. Bullismo, cyberbullismo, “moige.it”, 2018).
Il presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, Antonello Soro, conferma: “È fondamentale garantire la tutela di una generazione tanto più iperconnessa quanto più fragile, se non adeguatamente responsabilizzata rispetto all’uso della rete” (Cyberbullismo: la legge pubblicata in Gazzetta, “altalex.com”, 18 giugno 2017).
Scuola, famiglia, società, Stati membri, Unione Europea, tutti uniti in un grande progetto, con leggi chiare e rispettate, con un approccio multilaterale che porti a debellare un fenomeno tanto odioso quanto incontrollabile.

Claudio Alessandro Colombrita, 2 giugno 2018

L’allarmismo crea l’effetto contrario

I cartelloni giganteschi con la vittima di turno, le scritte a caratteri cubitali, le animazioni, i corsi di formazione e tutto ciò che finora si è fatto per contrastare il bullismo rischia di essere inutile. Si terrorizzano ragazzi dicendo loro che non possono utilizzare il cellulare, che non possono navigare su alcuni siti, si utilizzano misure drastiche che servono solo ad alimentare rabbia e violenza e ribellione.
Rino Cammilleri, giornalista e scrittore, afferma: “La differenza tra ieri e oggi sta tutta qui: oggi da un lato si espongono visivamente i giovani, fin dalla culla, a ogni sorta di libertinaggio; dall'altro, si ritiene di ovviare a un fenomeno vecchio come il mondo con corsi di ‘non discriminazione’ nelle scuole. Che hanno lo stesso effetto delle scritte allarmanti sui pacchetti di sigarette. Eh, si stava meglio quando si stava peggio” (Rino Cammilleri, A proposito del bullismo, “Il Timone”, giugno 2014).

Un approccio terapeutico

Più che un approccio istituzionale, servirebbe un approccio terapeutico, basandosi sulla vera causa dell’insofferenza e della violenza, un approccio anche multidisciplinare che non trascuri nulla sulla vita del bullo, che indaghi sulle sue abitudini, che provi a recuperarlo completamente per consegnare alla società un ragazzo nuovo su cui puntare.
Luca Mazzucchelli, psicologo e psicoterapeuta conferma: “Per rilevare nei bambini i sintomi del nascente bullismo e delle condotte volgari e criminali, è utile pensare ad un intervento medico-psico-pedagogico, che si sviluppa in tre momenti: individuazione dei bulli, esame delle loro insoddisfazioni ed esigenze, interventi emendativi o terapeutici” (Luca Mazzucchelli, Linee guida per fermare il bullismo, “psicologo-milano.it”, I agosto 2013).