Il voto elettronico è veloce, abbatte i costi elettorali e aumenta la partecipazione

Voto elettronico: meno spese e più rapidità

Tra le tematiche a favore del voto elettronico c’è quella economica: per i sostenitori, l’uso dell’e-voting alleggerisce l’organizzazione e, soprattutto, riduce i costi delle elezioni. L’avvocato Manuel M. Buccarella, curatore della rubrica “Commercio Elettronico e Trading Online” della community giuridica virtuale “Netjus”, in un testo pubblicato dal sito “diritto.it”, scrive dei vantaggi economici derivanti dall’utilizzo del voto elettronico: “Il voto elettronico conviene perché è più economico, abbatte i costi della macchina elettorale – spiega l’avvocato - Una prima riduzione dei costi è infatti stimata in circa 50 milioni di euro per ogni elezione. Una volta digitalizzata la propria preferenza, ci vogliono pochi minuti per fare le somme e ottenere i risultati. Il che fa risparmiare alle casse statali tempo e risorse umane. Con il voto elettronico non ci sarà più bisogno di quell'esercito di scrutatori normalmente mobilitati, e pagati, per ogni tornata elettorale. Le elezioni via Internet comporterebbero anche una riduzione del numero di seggi approntati, con la virtualizzazione dei seggi, delocalizzati. L'affluenza alle urne, soprattutto tra i giovanissimi, dovrebbe crescere.
I vantaggi vengono anche dalla certezza dei risultati, che nessun conteggio manuale potrà mai assicurare. Non altrettanto avviene con lo scrutinio a mano. Il voto on line ha poi un'utilità diretta per chi vive lontano dai seggi, come gli italiani all'estero, a cui di recente il Parlamento ha accordato il diritto di voto. Invece che votare per posta potrebbero farlo sul computer di ambasciate e consolati, oppure direttamente sul proprio, previa autenticazione digitale” (Manuel M. Buccarella, E-POLL: una soluzione elettronica per la democrazia, “diritto.it”, novembre 2002).

In Estonia il voto on-line ha aumentato la partecipazione alle elezioni

Il blogger e giornalista Federico Plantera, che lavora all’e-Estonia Showroom di Tallinn, dove vengono esposte al pubblico le conquiste digitali del Paese, ha concesso un’intervista a “Skytg24”, nella quale parla degli aspetti tecnici del voto on-line in Estonia, attivo dal 2007 per le elezioni politiche, e ne analizza il successo in termini di partecipazione alle votazioni del 2015: “Bisogna, innanzitutto, inserire la carta d’identità elettronica nel pc – spiega Plantera – […] Si inserisce, poi, il primo PIN code, che viene assegnato insieme alla carta d’identità, per effettuare il login. Una volta entrato nella piattaforma, trovo subito l’elenco di tutti i nomi dei candidati e dei partiti […] L’ultimo step consiste nell’inserire il secondo PIN che ti viene assegnato con la carta, che è quello che si riferisce alla firma digitale. Il voto non è definitivo perché il sistema ti permette di cambiare idea, e il voto finale sarà sempre uno, cioè l’ultimo che viene espresso”. Nel video, si passa quindi ad analizzare l’alta affluenza alle elezioni politiche del 2015, mettendo in evidenza la consistente parte della popolazione che ha optato per il voto on-line: del 64% degli aventi diritto che ha partecipato alle elezioni parlamentari, il 30,5% ha scelto di votare dal proprio computer, modalità preferita, secondo i dati, non solo dagli elettori più giovani, ma anche dagli over 55 (Alberto Giuffrè, Votare online, ecco come si fa in Estonia, “skytg24”, 3 marzo 2018).

Castaldo (M5S): voto elettronico per avvicinare i cittadini alle politiche europee

Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, si è espresso a favore del voto elettronico, riassumendo in un video pubblicato su “ilblogdellestelle.it”, l’intervento alla Conferenza interparlamentare Ue-Stati nazionali (COSAC), svoltasi a Tallinn, capitale dell’Estonia, nel dicembre 2017: “Abbiamo appena concluso la COSAC, la conferenza interparlamentare tra parlamenti nazionali degli Stati membri dell’Unione Europea e Parlamento Europeo – racconta Castaldo sul blog – Abbiamo affrontato tantissimi temi interessanti ed io in particolare ho avuto il piacere di intervenire in merito al dibattito sul futuro dell’Unione Europea, sottolineando l’importanza fondamentale degli strumenti di democrazia diretta, di democrazia partecipata per riavvicinare i cittadini finalmente alle politiche dell’Unione e far percepire loro quanto è importante essere non un soggetto passivo, ma un cittadino attivo […] Inoltre, abbiamo approfondito, confrontandoci con le autorità competenti, il funzionamento del sistema di voto via internet. Pensate che in Estonia sin dal 2005 i cittadini possono votare su internet, e il trend è in continua crescita, di elezione in elezione, perché il sistema rende più accessibile anche il procedimento elettorale […] La rivoluzione digitale, fortemente voluta dai vari governi estoni, ha permesso nel corso di questi anni un taglio dei costi della pubblica amministrazione di oltre il 2% del PIL, che permette ogni anno di salvare 800 anni di tempo di code ai cittadini estoni” (Fabio Massimo Castaldo, In Estonia per guardare al futuro, “blogdellestelle.it”, 2 dicembre 2017).

Alessandro De Sanctis, 9 aprile 2018

Il voto elettronico è costoso

Sibilla Bondolfi, giornalista svizzera di lingua tedesca, ha scritto un articolo, pubblicato da “swissinfo.ch” nella traduzione italiana di Luigi Jorio, nel quale elenca i pro e i contro del voto elettronico, tema molto dibattuto nel Paese elvetico. Secondo la Bondolfi, tra le conseguenze negative di un’eventuale introduzione dell’e-voting in Svizzera ci sarebbe un aumento dei costi legati all’organizzazione e allo svolgimento delle elezioni: “Secondo i critici – si legge nell’articolo – il voto elettronico comporta costi elevati: una sua introduzione generalizzata costerebbe almeno 700 milioni di franchi. Un voto espresso per via elettronica sarebbe molto più costoso di un voto spedito per posta” (Sibilla Bondolfi, trad. di Luigi Jorio, 10 argomenti a favore e contro il voto elettronico, “swissinfo.ch”, 9 marzo 2018).

Voto elettronico al referendum lombardo: affluenza basse e lentezza nello spoglio

Secondo molti, il voto elettronico introdotto dalla giunta Maroni nelle votazioni al Referendum per l’autonomia svoltesi nell’ottobre 2017 è stato un vero e proprio flop, sia a per quanto riguarda l’affluenza totale, a di sotto del 40%, sia nei tempi dello spoglio finale, con numerosi problemi legati alla gestione delle chiavette usb e con i risultati finali che sono arrivati dopo le 14 del giorno successivo. Maroni dopo la chiusura dei seggi si era dovuto scusare per i ritardi nella pubblicazione dei dati: “Abbiamo avuto problemi con 300 chiavette, problemi tecnici, che stiamo risolvendo, di collimazione di dati – aveva dichiarato il presidente della Regione - Abbiamo fatto una cosa che non si è mai fatta, è andato tutto perfettamente, abbiamo avuto un problema con 300 chiavette su 24.000 tablet. Il numero dei votanti è superiore ai 3 milioni al di là delle percentuali”.
Le critiche dell’opposizione politica, però, non si sono fatte attendere, come nel caso di Alessandro Alfieri, segretario regionale del Partito Democratico lombardo, che ha duramente attaccato l’esperimento dell’e-voting nel referendum: “Il sistema che doveva portarci nel futuro, il fiore all'occhiello di Regione Lombardia ci porta invece a un passato lontano. È passata una notte intera e ancora non ci sono i risultati – ha dichiarato Alfieri in una conferenza stampa dopo il referendum - Il sito della Regione è stato chiuso quando doveva raccontare i risultati e invece c'è una slide delle ore 3 dove si stima un'affluenza al 39% dopo che Maroni aveva festeggiato il superamento del 40%”. Per il segretario del Pd lombardo, Maroni avrebbe dovuto “mettere da parte l'arroganza e chiedere scusa per i disservizi, per le tante persone bloccate nei seggi a lavorare fino alle due di notte per l'incapacità di questo sistema” (Referendum, in Lombardia flop voto elettronico: nonostante i tablet risultati definitivi solo stamani, “Il Messaggero”, 23 ottobre 2017).