Il VAR è uno strumento che va perfezionato ma che non oscura l’arbitro. La tecnologia lo affianca e riconosce ancora il merito di chi sa utilizzarlo nel modo e coi tempi giusti.
Merito agli arbitri
Con il VAR continuano ad esserci arbitri bravi e arbitri meno bravi. Il merito viene ancora riconosciuto perché non è facile utilizzare la tecnologia nei modi e nei tempi corretti. Il presidente della FIFA, Gianni Infantino: “L’unico a non sapere di aver commesso un errore è quello che prende le decisioni. E non perché non vuole saperlo, ma perché non glielo consentiamo” (Infantino conferma: "Introdurremo la VAR nei Mondiali di Russia 2018", “foxsports.it”, 2 maggio 2017).
Meccanismo da perfezionare
In queste partite di Serie A dove è stato utilizzato, il VAR ha consegnato dei risultati altalenanti, con un bilancio però nettamente positivo. Anche gli arbitri devono avere il tempo di adattarsi a questo nuovo sistema, devono imparare a fidarsi ma non troppo, devono trovare il feeling con gli addetti al VAR, affinare tempi e comunicazioni. Damiano Tommasi, presidente di Assocalciatori: "Sicuramente i tempi di reazione rispetto alle decisioni non sono quelli che tutti si aspettavano e sicuramente ridurrà il numero degli errori e probabilmente manterrà il livello di polemica alto visto che anche con la Var le polemiche ci saranno" (Tommasi, Var? Polemiche ci saranno sempre, “ansa.it”, 4 ottobre 2017).
Ristabilire la normalità
Il VAR viene impiegato laddove tutti gli altri sistemi hanno fallito, ha ristabilito la normalità delle cose, ha stroncato qualsiasi tipo di sudditanza verso le grandi squadre. Inevitabilmente si è sempre assistito a un trattamento di maggior favore verso le superpotenze del calcio e a essere penalizzate sono state quasi sempre le squadre piccole.
Il patron dell'Udinese, Giampaolo Pozzo, è soddisfatto dell’esperimento: "VAR? Sono contento perché si sono viste delle cose che senza il Var non si sarebbero verificate. Adesso va affinato, ma quello che si è già visto è positivo. Ho fatto 33 anni difficili, adesso sono rassicurato" (Udinese, Pozzo attacca: 'VAR? Danno rigori contro la Juve, prima impossibili, “calciomercato.com”, 12 settembre 2017).
Bisogna riconoscere il merito e capire che l’errore non è solo comprensibile ma anche umano. Il VAR può essere utilizzato solo per le scelte oggettive, chiare e univoche.
Riconoscere il merito
Il calcio è come la vita, si fa fatica a riconoscere il merito, si preferiscono certe dinamiche, si alimenta la logica del sotterfugio, della furbizia a tutti i costi, si pensa sempre che ci sia una componente di malafede. Gli ultimi anni sono stati avvelenati da polemiche spesso sterili ma che continueranno se non si farà un passo avanti nella rieducazione dei più giovani e dei tifosi in generale. Arrigo Sacchi, uno degli allenatori più importanti del calcio italiano ha le idee chiare: "La Var esiste perché noi non riconosciamo il merito. Questo è il problema. Una squadra merita il pareggio, lo ottiene con un errore arbitrale, dovrebbe essere accettato. E invece non è così. Il calcio è lo specchio della vita, e quindi nel bene e nel male si ripete tutto quello che capita giornalmente. C'è una società dove la furbizia vale più del merito" (Sacchi: "La Var? Non riconosciamo il merito. Bayern, che figura", “gazzetta.it”, 4 ottobre 2017).
L’errore è comprensibile
Non si può pensare ad un sistema senza errore e d’altronde molti addetti ai lavori si sono dimostrati sempre pacati e rispettosi dell’operato dell’arbitro. Uno di questi è il serafico allenatore del Pescara, Zdenek Zeman: “Il calcio è un gioco dove si sbaglia, dove sbagliano i calciatori e dove possono sbagliare anche gli arbitri. Sbagliare è umano, quindi comprensibile” (Zeman a Coverciano dice no al Var: "Il calcio è un gioco, tutti possono sbagliare", “ilcentro.it”, 27 settembre 2017).
Il VAR solo per scelte oggettive
La scelta dell’utilizzo del VAR è condizionata da fattori oggettivi e soggettivi. Ci sono decisioni in cui è l’arbitro a dover intervenire in prima persona e altre che possono essere demandate al VAR. Così Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus: “Per me il Var andrebbe usato solo su elementi oggettivi, se un fallo è dentro o fuori dall’area, se è fuorigioco o no e se è gol o no. Per problemi soggettivi deve decidere l’arbitro per me” (Allegri contro la Var: “In primavera le partite dureranno 4 ore”, “lastampa.it”, 2 ottobre 2017).
Gigi Buffon, portiere e capitano della Juve: "Quando verrà adoperato con parsimonia e moderazione, il Var, sarà un ottimo strumento. Il rischio è quello di perdere la sensibilità dell'arbitro" (Juventus, Buffon contro il Var: "Vengono fischiati rigori da fantacalcio", “ilgiornale.it”, 27 agosto 2017).
Claudio Alessandro Colombrita, 18 dicembre 2017
Autori citati:
Sacchi Arrigo
- ex allenatore e opinionista
Zeman Zdenek
- allenatore del Pescara
Allegri Massimiliano
- allenatore Juventus
Buffon Gianluigi
- portiere e capitano della Juventus