Il latte è un alimento che può causare, oltre ad allergie e intolleranze, anche osteoporosi, diabete di tipo 1 e cancro

Intolleranza al lattosio

Secondo il documento Allergie, intolleranze e celiachia: tra verità scientifiche e falsi miti, pubblicato dall'AILI (Associazione Italiana Latto-Intolleranti) il 26 maggio 2016 sul sito “settimanadellaceliachia.it”, non sempre l'intolleranza al lattosio viene riconosciuta e diagnosticata, a causa di sintomi sovrapponibili a quelli di altre patologie del tratto gastrointestinale.
Circa il 70% della popolazione mondiale soffre di una delle tre forme di intolleranza (forma primaria permanente, di origine genetica; forma secondaria transitoria; forma congenita).

Berrini: diversi rischi

Nell'articolo Nutrizione: il latte fa bene o male alla salute?, pubblicato il 28 marzo 2014 su “Il Fatto Quotidiano”, a firma di Gian Luca Mazzella, Franco Berrino, medico ed epidemiologo presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, risponde all'appello lanciato, nello stesso articolo (e anche sul sito del Cra), dal Cra-Nut (Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione), secondo cui al consumo di latte sono legati diversi rischi per la salute: “Quanto all’osteoporosi, ci sono studi che associano il consumo di latte a una maggior densità ossea, ma nessuno studio ne ha riscontrata una benché minima utilità per la prevenzione delle fratture […] Quanto al diabete, non si conoscono studi sul diabete di tipo 2 ma più studi indicano che il consumo precoce di latte bovino aumenta il rischio di diabete di tipo 1”.
Gli studi raccolti dal Cra-Nut, prosegue Berrino, non mostrano protezione nei confronti della mortalità cardiovascolare addotta dal Cra. “Quanto al cancro, il consumo di latte è associato ad una maggiore incidenza di cancro della prostata”.
Sull'ipotesi che un consumo quotidiano adeguato di latte aiuta a prendere meno peso: “Per adolescenti e adulti non ci sono prove solide. Ci sono però i grandi studi coorte di Harvard che attestano come né il calcio totale, né il calcio da latticini, né il calcio da supplementi sono associati a cambiamento di peso”.
Sulla relazione latte-cancro: “Sono proprio gli aminoacidi ramificati del latte che ci preoccupano come concausa del cancro prostatico.

Cancro alla prostata

Nell'articolo Quando il latte può fare male, pubblicato l'11 maggio 2007 su “Focus”, vengono citati due importanti studi sui latticini.
Nel primo, Dairy products, calcium, and prostate cancer risk in the Physicians' Health Study, pubblicato il nell'ottobre 2001 dal Department of Nutrition, Harvard School of Public Health di Boston, sul sito del National Center for Biotechnology Information, sono stati tenuti sotto osservazione 20.855 uomini, divisi in due gruppi: i consumatori di latticini (con oltre 2 porzioni e mezzo di latte e derivati al giorno) e coloro che invece di questi prodotti fanno un uso molto ridotto (mezza porzione) o addirittura nullo.
Nel primo gruppo la probabilità di sviluppo di cancro alla prostata rilevata è stata superiore del 30%.
Nel secondo programma di ricerca, Health Professionals Follow-Up Study, pubblicato il 25 maggio 2000 su “clinicaltrials.gov”, l'Harvard School of Public Health di Boston ha monitorato circa 50.000 soggetti. Tra questi, i grandi consumatori di latticini hanno sviluppato una percentuale di rischio di insorgenza di cancro alla prostata del 70% superiore rispetto all'altro gruppo.

Evolutivamente disadattati

Per Enzo Spisni, fisiologo della nutrizione dell’Università di Bologna, riportato nell'articolo Il latte fa bene o male? Cosa è bene sapere sul consumo di latticini, pubblicato il 26 ottobre 2010 su “ilgiornaledelcibo.it”, a firma di Matteo Garuti, l'uomo non è evolutivamente adatto al consumo di latte: “Circa il cinquanta per cento degli italiani è geneticamente intollerante al lattosio, con differenze significative fra diverse aree del mondo. Spostandosi verso i Paesi del Nord Europa, la percentuale di intolleranti scende, fino ad attestarsi al di sotto dei trenta casi su cento. Nelle zone equatoriali, ad esempio nel Sud-Est asiatico, circa il novanta per cento della popolazione è intollerante al lattosio. Questi dati confermano che l’essere umano, tuttora, è evolutivamente disadattato al consumo di latte, pur evidenziando chiare differenze fra individui e fra popolazioni nel mondo”.
In particolare, il lattosio, oltre a essere uno zucchero che se assunto da un intollerante causa problemi dovuti alla sua fermentazione, raggiunge distretti dell'organismo lontani dove non dovrebbe arrivare, come ad esempio il colon, dove fermenta producendo gas e gonfiore e richiamando acqua.

In Italia consumiamo poco latte

Come spiega Andrea Ghiselli, medico e dirigente di ricerca del CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria), le cui dichiarazioni sono riportate nell'articolo Nutrizione: il latte fa bene o male alla salute?, pubblicato il 28 marzo 2014 su “Il Fatto Quotidiano”, a firma di Gian Luca Mazzella: “E’ in corso una preoccupante campagna di disinformazione sul latte che sta creando allarme nei consumatori italiani. Nei media e soprattutto in rete si legge di tutto, senza però alcun fondamento scientifico. Invece le evidenze della ricerca ci dicono che non solo il latte resta una fonte privilegiata e difficilmente sostituibile di calcio, ma che il suo consumo nell’ambito delle raccomandazioni, è associato a benefici per la nostra salute che vanno ben al di là del semplice contributo allo scheletro. Quindi, dovremmo senz’altro consumarne di più, anche perché in Italia siamo ben al di sotto delle quantità raccomandate: tra latte e yogurt arriviamo a stento ad una porzione al giorno (125g), contro le 2-3 raccomandate. Dovremmo consumarne almeno il doppio”.
Le linee guida, afferma Ghiselli, consigliano un consumo di 250-375 grammi di latte o yogurt per la popolazione adulta, dato che circa il 50% dell'apporto quotidiano di calcio deriva da prodotti lattiero caseari.

Nessun legame tra latte e cancro. Anzi...

A proposito della presunta relazione tra latte e cancro, nell'articolo Latte fa Male? Un mito da sfatare, pubblicato nel settembre 2014 da Assolatte (Associazione italiana lattiero casearia) sul proprio sito, vengono citati i risultati del rapporto pubblicato dall'American Insitute for Cancer Research nel 2007: World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research. Food, nutrition, physical activity, and the prevention of cancer: a global perspective: “Un documento aggiornato ed esaustivo sulla relazione esistente fra alimentazione e cancro. Condivisa da tutta la comunità scientifica mondiale, questa pubblicazione afferma che non c’è alcun legame fra una corretta e moderata assunzione giornaliera di derivati del latte e l’insorgenza del cancro. Addirittura è probabile che una dose adeguata di latticini prevenga il cancro al colon. I rischi, sempre basati su un dato probabilistico, si presenterebbero solo in caso di assunzioni superiori a 1,25 l di latte al giorno, che potrebbero causare insorgenze di tumori alla prostata. Quindi bere latte equilibratamente, 2/3 porzioni al giorno come suggerito da nutrizionisti esperti, non solo non fa male, ma risulta addirittura una protezione per uno dei tumori ad altissima incidenza nella nostra società, il cancro al colon, secondo solo al tumore alla mammella”.

Nell'articolo viene poi approfondito l'aspetto legato all'apporto di calcio. È vero che il latte non è l'unico alimento da cui si può assorbire tale elemento, ma vegetali quali i broccoli o i fagioli, che rappresenterebbero una fonte alternativa da cui attingere l'elemento, non possono sostituire completamente le proprietà di quello derivante dal latte: “Il calcio presente nel latte viene assorbito molto più facilmente rispetto a quello che si trova in altri alimenti e riesce a soddisfare più del 50% del fabbisogno dell’organismo. Dagli approfondimenti tratti dal Libro bianco sul latte e i prodotti lattiero caseari [Assolatte, giugno 2016], si evince inoltre la stretta correlazione fra la diminuzione di apporto di calcio e l’incidenza di fratture ossee dovute a una carenza di minerali. Il calcio, infatti, al contrario di quanto sostenuto da chi dichiara che il latte vaccino fa male, resta un elemento fondamentale per la prevenzione dell’osteoporosi in età adulta. Quindi, nonostante possa risultare strano che l’uomo sia l’unico mammifero che continua a bere latte dopo la fase dello svezzamento, come sostiene il Dott. Cavalli Sforza, illustre genetista, questo è solo un vantaggio che l’essere umano è riuscito a guadagnare nel lungo corso della sua evoluzione genetica”.

Falsi miti da sfatare

Nell’articolo Bere latte fa bene o fa male: tutti i miti da sfatare, pubblicato il I giugno 2017 su “Today”, la Fondazione Veronesi interviene per sfatare diversi miti e per confermare alcune verità sul latte.
In particolare, sulla prevenzione dell'osteoporosi: “Dopo i 50 anni, e soprattutto nelle donne, aumenta il rischio osteoporosi. Assumere un'adeguata quantità di calcio (1,5g al giorno) attraverso alimenti che, come il latte, lo contengono diventa fondamentale”.
Sull'assunzione di lattosio: "In alcune persone la produzione dell'enzima lattasi, utile per digerire il lattosio contenuto nel latte, è scarsa o assente. Il latte delattosato è una valida alternativa per gli intolleranti al lattosio".
Altro falso mito da sfatare è l’eliminazione del latte per iniziare a dimagrire: "L'aumento di peso non dipende da un singolo alimento ma da un'alimentazione eccessiva e/o sbilanciata e dalla sedentarietà. Per perdere peso, è consigliabile una costante attività fisica e una corretta alimentazione ricca di vegetali".
Ultimo falso mito è il legame tra il latte e l'insorgenza dei tumori: "Un consumo equilibrato di latte e derivati in generale non aumenta il rischio di sviluppare patologie tumorali e non comporta rischi per la salute".

Sul legame tra latte e dimagrimento intervengono anche il National obesity forum e il Public Health Collaboration all'interno del report Eat Fat, Cut The Carbs and Avoid Snacking To Reverse Obesity and Type 2 Diabetes, pubblicato nel maggio 2016 sul sito “Public Health Collaboration” e riportato nell'articolo Eccedere con diete a basso contenuto di grassi può far male, pubblicato il 23 maggio 2016 su “La Repubblica”, a firma di Valeria Pini: “Mangiare formaggi, yogurt e bere latte riduce le possibilità di diventare obesi. I cibi 'naturali' e ricchi in nutrienti come carne, pesce, i latticini, le noci, i semi, gli avocado, le olive… contengono grassi. Demonizzare in continuazione i grassi, allontana la popolazione da cibi naturali, molto nutrienti, utili per la salute e per il benessere".