Il fenomeno della corruzione presente nella Federazione Russa è imputabile a Vladimir Putin

I comitati anti-corruzione sono autorità parallele con lo scopo di manipolare il campo politico nazionale

L’articolo comparso il 14 marzo su “ilvelino.com”, intitolato “Russia, Putin: no a enti ‘anti-corruzione’ propensi a manipolazioni”, riporta le dichiarazioni del presidente russo il quale difende la propria politica rivolta al contrasto della corruzione nel paese.
Vladimir Putin, riferisce l’articolo, in occasione di una riunione allargata del consiglio della Procura generale, ha dichiarato che la Russia, a differenza di alcuni paesi occidentali, “non permetterà mai la formazione di comitati anti-corruzione su misura verso manipolazioni sugli affari interni”. “La Russia - precisa Putin – “non permetterà mai la creazione di qualcosa di simile qui, ma tali strutture sono già state create in Europa orientale”.
L’articolo prosegue riferendo che il leader del Cremlino ha accusato i paesi “che sostengono il dominio globale” di implementare la pratica di creare “autorità parallele” sotto forma di comitati anti-corruzione con lo scopo di manipolare il campo politico nazionale. Il discorso è riportato sul sito internet “sputnik.news.com” che con l’articolo “Putin accusa l’occidente di manipolazioni nella lotta contro la corruzione” del 14 marzo 2017: “Sapete, alcuni Paesi che aspirano alla leadership globale, o per essere più precisi ambiscono al dominio globale, hanno cominciato ad introdurre la prassi di creare le cosiddette commissioni anti-corruzione, organi paralleli di potere che non vengono spesso utilizzati per lo scopo per cui vengono istituite, ma per manipolare il contesto politico”.
Il presidente russo conclude assicurando che niente di simile sarà mai creato in Russia, sebbene alcuni paesi dell’Europa orientale abbiano già istituito tali strutture: “Per salvaguardare gli interessi dei cittadini dello Stato, occorre che siano: limpide ed efficienti nella lotta contro la corruzione e le violazioni di legge nel senso più ampio del termine”.

Una legge anti-corruzione per garantire la legalità in Russia

L’articolo di Giuliano Castellino, redattore per “Il Giornale d’Italia”, intitolato “Putin senza remore contro la corruzione” del 26 giugno 2014, affronta il tema del nuovo piano di legge voluto dal leader del Cremlino, Vladimir Putin, per impedire, tra le altre cose, al personale statale di effettuare investimenti bancari fuori dalla Russia.
La Federazione Russa, infatti, ha preso contromisure difendendosi dalle accuse da parte dell’Occidente e varando un piano di legge che vieta a tutto il personale, sia dell’amministrazione statale che delle industrie energetiche, di possedere conti bancari esteri: “Il progetto - riferisce l’autore - richiede anche la segnalazione del reddito per i dipendenti statali di tutti i livelli. La nuova legge, pubblicata sul sito della Duma di Stato, continua il progetto anti-corruzione e la tendenza alla ‘nazionalizzazione’ delle élites iniziata nel 2013, arrivando adesso a vietare ai funzionari statali, entrambi eletti e nominati, di detenere conti bancari all’estero o possedere azioni e obbligazioni estere. Le restrizioni valgono anche per i capi di grandi aziende statali”.
L’autore dell’articolo ritiene che la nuova legge abbia già causato grandi cambiamenti nella politica russa. Grandi imprenditori con aziende internazionali hanno infatti dovuto vendere le loro attività o rinunciare alla loro carriere politica: “Altri emendamenti anti-corruzione”, prosegue Castellino, “comprendono un elenco di sanzioni che potrebbero essere imposte agli agenti di polizia per aver mal eseguito i loro compiti, fino al licenziamento’ causato da una perdita di fiducia’, una formula che si applica quando il funzionario licenziato ha mentito nella sua dichiarazione dei redditi, è in possesso di titoli esteri o conti bancari, ha gestito un ente commerciale o ha una ONG straniera o la sua filiale russa”.

Le accuse di corruzione rivolte a Vladimir Putin fanno parte di una campagna di diffamazione in vista delle prossime elezioni presidenziali in Russia

L’articolo di Rossana Miranda intitolato “Putin s’inventa il cartone animato ‘anti-corruzione’”, pubblicato il 7 febbraio 2016 sul sito internet “formiche.net” riporta le risposte e le reazioni del leader del Cremlino, Vladimir Putin, a seguito delle pesanti accuse di corruzione provenienti dall’Occidente nei suoi confronti.
Miranda riferisce che le accuse di corruzione provengono in larga parte dal governo americano e cita in particolare il sottosegretario del Tesoro statunitense, Adam Szubin, il quale ha confermato un rapporto segreto della Cia che stima in 40 miliardi il patrimonio del presidente russo.
La risposta di Vladimir Putin non si è fatta attendere ed è stata particolarmente dura.
Putin, riferisce l’articolo, ha definito “inaccettabili, scandalose e offensive” le accuse degli Stati Uniti, mentre il portavoce del governo russo, Dmitri Peskov ha dichiarato che queste accuse fanno parte di una campagna di diffamazione in vista delle elezioni presidenziali del 2018 in Russia.
L’articolo di Miranda insiste svelando un’astuta strategia di immagine che il leader russo ha lanciato sul piano della comunicazione: “Il presidente russo sta iniziando ad arare il terreno della campagna elettorale con una serie di cartoni animati prodotti dal Fronte Popolare Panrusso”. “L’organizzazione, fondata da Putin”, precisa l’autore, “raggruppa una serie di partiti e istituzioni favorevoli al Cremlino”.
Nel video presentato si nota il presidente della federazione Russa in giacca e cravatta, in un atteggiamento molto serio mentre ascolta in silenzio i politici accusati di corruzione: “Nonostante si tratti di un cartone animato”, riferisce Miranda, “i funzionari sono chiaramente identificabili. C’è Gennadi Yevstafyev, direttore dell’aeroporto di Rostov; Ivan Fyodorov, funzionario municipale di Yuzhno-Sajalinsk e Aleksandr Joroshavin, ex governatore di Sakhalin”. “Putin sembra impassibile nel video - conclude l’autore - ma con la forza del pensiero – e un pulsante – riesce a eliminare ognuno: tagliando la testa con una motosega, colpendoli con il laser o con un branco di topi”.

Vladimir Putin è un personaggio politico corrotto

Secondo l’articolo intitolato “La Casa Bianca: ‘Per noi Putin è un corrotto’”, pubblicato in data 29 gennaio 2016 sul sito web del quotidiano “La Stampa” e firmato dall’inviato a New York Paolo Matrolilli, il portavoce del governo degli Stati Uniti ha confermato le dichiarazioni secondo cui il dipartimento del Tesoro statunitense ritiene Vladimir Putin responsabile della corruzione dilagante nella federazione russa.
In un’escalation di tensione tra il capo del Cremlino e la Casa Bianca, il responsabile delle operazioni contro il terrorismo e i crimini finanziari per il Tesoro, Adam Szubin, ha rivelato al servizio pubblico televisivo della BBC che gli Stati Uniti considerano Vladimir Putin un corrotto: “Lo sappiamo da anni. Lo abbiamo visto arricchire i suoi amici, i suoi alleati, ed emarginare tutti gli altri. Riceve un salario annuale di 110.000 dollari, ma non è un dato accurato: è addestrato da anni a mascherare la sua ricchezza”.
Szubin non è il solo tra le alte cariche USA a pensarla in questo modo riguardo il leader del Cremlino. A seguito di un intervista anche il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha confermato di condividere la “definizione di corrotto” usata da Szubin: “Riflette al meglio la visione dell’amministrazione”.
L’articolo di Mastrolilli si conclude con una riflessione in merito alla crescente tensione tra Stati Uniti e Federazione Russa asserendo che, se non ci saranno novità, a metà del 2016 dovranno essere rinnovate le sanzioni internazionali contro Mosca, “con il rischio di provocare attriti anche con gli alleati europei come l’Italia e la Francia”.

Putin è il responsabile di un sistema corrotto che si arricchisce sulle spalle di molti cittadini

Le prossime elezioni presidenziali in Russia si terranno nel mese di marzo del 2018 e, anche se per il momento non vi sono candidature ufficiali, vi sono pochi dubbi che l’attuale leader del Cremlino, Vladimir Putin, si presenterà per un nuovo mandato alla presidenza.
A riferirlo è un articolo di Adriana Longoni, pubblicato il I aprile 2017 sul sito “apiceuropa.com” e intitolato “Russia, la corruzione nel mirino dell’opposizione”: “I segnali che guardano a tale scadenza”, riferisce l’articolo, “si sono concretizzati in questi ultimi giorni in importanti manifestazioni di piazza in molte città della Russia, manifestazioni composte in particolare da giovani cittadini che avevano scelto di mettere al centro della loro protesta la corruzione che si annida nel Governo e fra i responsabili politici”.
Riportando le vicende delle principali manifestazioni anticorruzione dell’opposizione a Vladimir Putin in Russia, Longoni afferma che ad ispirare e guidare tali proteste è emerso Aleksej Naval’nij, conosciuto ormai anche all’estero e più volte arrestato e condannato dalla polizia russa per le sue attività di denuncia della corruzione.
L’articolo definisce la Russia di Putin un paese “spento” e in cui la vita politica è decisa dentro le mura del Cremlino, che adotta leggi specifiche contro manifestazioni e cortei, imbavagliando la stampa e arrestando spesso persone in maniera arbitraria.
Nonostante questo clima, molti cittadini sono scesi in piazza per denunciare un sistema che si arricchisce con la corruzione, mentre il Paese attraversa una crisi economica dalle pesanti ricadute sulle condizioni di vita di molte persone: “Ed è appunto questo aspetto che sta indebolendo la grande popolarità di cui gode Putin, il quale, secondo un sondaggio dello scorso novembre, avrebbe un consenso che si aggira intorno al 70%”.
Nel frattempo, l’Unione Europea, in risposta ai continui arresti da parte della Guardia Nazionale di Putin, ha chiesto il rispetto delle libertà fondamentali dei cittadini, come previsto dalla costituzione, e in particolare le libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica: “Un richiamo quindi anche ai diritti dell’uomo, un tema altrettanto importante non solo per i cittadini russi, ma anche per le future e, si spera, pacifiche e rispettose relazioni che l’Europa dovrà tessere con il suo grande vicino”.

Vladimir Putin è al centro della corruzione in Russia

L’articolo “Russi pensano che Putin sia al centro della corruzione”, pubblicato il 7 aprile 2016 sul sito “trt.net”, riferisce che alcuni documenti del gruppo di aziende Mossack Fonseca, pubblicati dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti investigativi (ICIJ), “mostrano che stretti collaboratori del presidente russo Vladimir Putin hanno incanalato due miliardi di dollari attraverso una serie di società di comodo”.
L’autore del testo riferisce inoltre che, a seguito dei dati raccolti dal sondaggio svolto dal “Levada-Center”, la maggior parte dei russi pensa che Putin abbia “grande responsabilità” in merito: “Il 51% [dei cittadini intervistati, “pensa che le istituzioni pubbliche hanno un ruolo nella corruzione. Secondo il sondaggio il 44% degli interpellati pensa che Putin cerchi di lottare contro corruzione ma non riesce a farlo, mentre il 19% pensa che Putin sia al centro delle corruzioni”.

Daniele Vassalli, 21 giugno 2017