Non ci sono i fondi necessari per garantire il reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza possibile attraverso tagli alle spese per la difesa

Il reddito di cittadinanza che viene proposto dal Movimento 5 Stelle costerebbe l’equivalente dell’1% del PIL Gli esponenti del Movimento Cinque Stelle ritengono di poter ricavare i fondi necessari all'instaurazione di un reddito di cittadinanza operando alcuni tagli alle spese per la difesa e della casta politica, oltre che mediante l’aumento della tassazione relativa al gioco d’azzardo.

Secondo l'On. Daniele Pesco, deputato alla Camera dei Deputati per il Movimento Cinque Stelle, secondo quanto riportato dall’articolo Reddito cittadinanza, M5s: la copertura dall'Imu sulla Chiesa e taglio alle pensioni d'oro, pubblicato su "L'Huffington Post" l’8 novembre 2013, i fondi possono essere trovati: “tagliandoli al ministero della Difesa, tagliando le pensioni d'oro, facendo pagare l'Imu alla Chiesa e ottenendo nuove risorse dal gioco d'azzardo”.

Sempre Daniele Pesco, su “Il Fatto Quotidiano” nell’articolo M5S, reddito cittadinanza con Imu, tagli a difesa e pensioni d’oro. Fassina: “Balle” (8 novembre 2013), dichiara che: “Deriva da 20 voci di copertura, in parte anche da una patrimoniale e da una tassazione sui capital gain e, soprattutto, sulla speculazione finanziaria la copertura indicata dal M5S per finanziare il reddito di cittadinanza. Circa 2,7 miliardi vengono reperiti dalle entrare derivanti dai giochi pubblici ed altri 2,5 mld da tagli alla Difesa. E’ previsto anche un contributo di solidarietà dalle pensioni d’oro che arriva al 32% per quelle superiori di 50 volte al minimo. Sui patrimoni è previsto un aumento al 18 per mille dell’imposta di bollo sui beni scudati. La ‘patrimoniale’ viene calcolata sui beni superiori al 1.500.000 euro, escluse le prime case e i beni strumentali ma incluse le 'automobili, le imbarcazioni e gli aeromobili di valore'. Previsto anche un taglio si tutti i ministeri del valore tra gli 1,5 e i 2 miliardi di euro ma anche riduzioni, ad esempio, sugli ‘stipendi’ degli ambasciatori o sulle cosiddette ‘ausiliarie’ del personale dell’esercito pensionando e tagli all’editoria. 'Servono parecchi soldi e noi li abbiamo trovati'”.

Come è possibile che manchi il denaro se la produzione di ricchezza è aumentata?

Dure arrivano le parole di Stéphane Hessel, autore del pamphlet Indignatevi (Add editore, 2011) riportate da Fabio Marcelli nel suo blog su “Il Fatto Quotidiano.It": “Hanno il coraggio di raccontarci che lo Stato non è più in grado di sostenere i costi di queste misure per i cittadini. Ma com’è possibile che oggi manchi il denaro necessario a salvaguardare e garantire nel tempo tali conquiste quando dalla Liberazione, periodo che ha visto l’Europa in ginocchio, la produzione di ricchezza è considerevolmente aumentata? Forse perché il potere dei soldi, tanto combattuto dalla Resistenza, non è mai stato così grande, arrogante, egoista con i suoi stessi servitori, fin nelle più alte sfere dello Stato. Le banche, ormai privatizzate, dimostrano di preoccuparsi anzitutto dei loro dividendi e degli stipendi vertiginosi dei loro dirigenti, non certo dell’interesse generale. Il divario tra i più poveri e i più ricchi non è mai stato così significativo; e mai la corsa al denaro, la competizione, erano state a tal punto incoraggiate” (Per un reddito minimo garantito, 19 ottobre 2011).

Non esistono le coperture economiche per il reddito di cittadinanza

La giornalista e manager Elisa Serafini, su “linkiesta.it”, reputa il reddito di cittadinanza una costosa mancia elettorale, sulla stessa scia delle baby-pensioni introdotte dal governo Dc di Mariano Rumor nel 1974. Quella misura ebbe conseguenze irreversibili, stimabili in 9 miliardi all’anno di spesa pubblica che tuttora gravano sul bilancio pubblico (Elisa Serafini, Il reddito di cittadinanza sono le nuove baby pensioni, Linkiesta.it, 27 marzo 2017). Gianluca Zapponini, giornalista del sito “formiche.net”, spiega perché la proposta grillina sia irrealizzabile: “L’applicazione della proposta a Cinque Stelle non è una passeggiata per almeno due motivi. Innanzitutto lo Stato ad oggi non ha in cassa i miliardi necessari per finanziare i sussidi, come dimostra tra le altre cose l’improvviso stop all’operazione di flessibilità sulle pensioni, che per il governo avrebbe anche la priorità sui sussidi. L’altro motivo è l’Europa. Difficile giustificare agli occhi dell’Ue una spesa di 15 miliardi senza indicare le relative coperture”. (Gianluca Zapponini, Reddito di cittadinanza a 5 stelle, ecco numeri e incognite, formiche.net, 10 settembre 2015).

Stefano Fassina, deputato di Sinistra Italiana, entra nel dettaglio delle voci di spesa, ribadendo l’inesistenza delle coperture finanziarie: il costo di quest’operazione ammonterebbe, ““secondo le valutazioni più prudenti ai 30 miliardi di euro: La cosiddetta copertura arriverebbe dal taglio delle pensioni d’oro, dall’Imu sui beni della Chiesa e dal taglio delle spese militari. La prima voce, anche nell’ipotesi di considerare d’oro le pensioni superiori a 3500 euro netti mensili, implica risparmi di alcune centinaia di milioni di euro all’anno. L’eventuale Imu sui beni della Chiesa utilizzati per attività miste porterebbe un gettito aggiuntivo di alcune decine di milioni di euro all’anno. Infine, l’azzeramento delle spese militari (non soltanto gli F-35, ma tutto proprio tutto), a parte il dettaglio dell’impossibilità di utilizzare risorse in conto capitale per finanziare spesa corrente, libererebbe circa 3,5 miliardi all’anno. In tutto, in una generosissima valutazione, intorno a 4 miliardi disponibili soltanto per alcuni anni. Un decimo di una prudente previsione di spesa” (Chiara Sarra, I grillini tornano alla carica con il reddito di cittadinanza Fassina: "Solo super balle", Il Giornale, 8 novembre 2013).