Sostenibilità dell'ambientalismo

L’ambientalismo è contestato sotto tre aspetti: sostenibilità economica; plausibilità scientifica dei dati forniti; anti-umanismo. Gli ambientalisti accusano i loro detrattori di sostenere le lobby e dichiarano la necessità di discostarsi dal “paradigma antropocentrico” e di mettere sullo stesso piano gli esseri umani e il resto dei viventi.

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - L'attuale sistema di produzione condurrà all'estinzione della vita sulla terra

Ciò che accomuna gli ambientalisti è la convinzione che l'attuale sistema di produzione industriale sia divenuto insostenibile per l'ecosistema. L'umanità si starebbe avviando verso una catastrofe immane. Viene invocato, in questo senso, un “cambio di passo” e una revisione dell'attuale modello di sviluppo, pur nella consapevolezza che il “punto di non ritorno” potrebbe già essere stato superato.

I critici dell'ambientalismo negano la portata degli effetti dei cambiamenti climatici indotti dall'attività umana. Negano la causalità fra attività industriale e riscaldamento globale, la cui pericolosità è ridimensionata. Sussistono, inoltre, problemi maggiori, quali la povertà e la denutrizione, ma, a livello di percezione pubblica, le problematiche ambientali sono considerate prioritarie.

02 - Le accuse mosse al movimento ambientalista provengono da lobby interessate a mantenere lo status quo ambientale ai fini del guadagno

Agli studi che denunciano le minacce causate dall'attività umana vengono contrapposti studi che mirano a confutarne la validità. Gli ambientalisti definiscono tali studi viziati, poiché commissionati da industrie e lobby, i cui interessi vengono messi a repentaglio dagli ambientalisti. Talvolta l'attività di finanziamento è attuata attraverso il sovvenzionamento di centri di ricerca.

L'accusa di sostenere le lobby è respinta da quegli scienziati che si definiscono “scettici” sul cambiamento climatico e sulle politiche di salvaguardia ambientale. Denunciano l’ostracismo e la censura attuata nei loro confronti da uno establishment scientifico-accademico ambientalista intollerante rispetto alle “voci fuori dal coro”, che si attribuisce “uno schiacciante consenso”.

03 - Il movimento ambientalista cerca di far leva sull'emotività del pubblico anziché su argomentazioni razionali

Contro l'accusa di far leva sulle paure irrazionali, gli ambientalisti evidenziando come la paura sia motivata dai reali pericoli e che solo in virtù di essa sono presi in considerazione. La sfera emotiva dell’uomo, inoltre, sarebbe parte integrante dei suoi processi decisionali. A tal ragione richiamano all'amore e dell'empatia verso Gaia e le sue creature.

I critici del movimento ambientalista notano il ricorso sistematico all'esagerazione delle conseguenze dell'attività umana sul Pianeta. Il “far leva sull'emotività” toglie credibilità alle denunce serie. Si trascurano, inoltre, problemi quali la lotta alla povertà o all'HIV, oppure si mettono in atto misure inutili ma che hanno l'effetto di “far sentire in pace con se stessi”.

04 - L'esperienza conferma le previsioni teoriche dei sostenitori dell'ambientalismo

Il dibattito sull'ambientalismo tocca il tema della scientificità di analisi, asserzioni, previsioni. Contro gli “scettici”, essi chiamano in causa la conferma empirica delle loro previsioni. È questo il caso del testo Limits to growth. The 30-years update, che viene aggiornato periodicamente al fine di evidenziare le conferme e i discostamenti.

L'accusa di mancanza di scientificità nei confronti degli scienziati ambientalisti verte sulla denuncia d’incompetenza degli studiosi, sulla smentita dei modelli matematici e delle conseguenti previsioni. Si evidenzia, altresì, come, a fronte della mancanza di attendibilità delle previsioni, nella comunicazione pubblica la credenza in tali previsioni rimanga immutata.

05 - Gli ambientalisti propongono un concetto statico e idealizzato di natura

Nella retorica ambientalista c’è il richiamo a un’“età dell'oro” di armonia con la natura. Ne deriva la visione di una natura intoccabile. Ogni approccio di tutela ambientale si configura come “conservazione da”, e non “conservazione per” e ogni azione umana e vista come “non naturale”.

06 - Abbiamo il dovere di preservare il mondo per le generazioni future

L'umanità del futuro ha il diritto di ricevere da noi un mondo in cui sia possibile vivere degnamente. Così gli ambientalisti rigettano le istanze sui costi delle politiche di preservazione ambientale. Alle generazioni future viene dunque fatto riferimento per motivare una politica “lungimirante”, a lungo termine, contrapposta ad una del “qui ed ora”.

L'interesse per le generazioni future non è prerogativa degli ambientalisti, ma di qualunque persona ragionevole. Il punto è sull'efficacia delle misure che propongono: politiche economiche scellerate sottraggono risorse ad azioni politiche più concrete, volte allo sviluppo economico dei paesi poveri e alla riduzione della povertà.

07 - Le iniziative politiche legate all'ambientalismo frenano la crescita economica

In risposta alle critiche mosse ai costi delle politiche ambientali, gli ambientalisti mettono in discussione una società centrata sul profitto a favore di una società più solidale e invocato un vero e proprio “cambio di paradigma”, legato alla conversione dei sistemi produttivi, secondo il modello della “green economy”.

Le politiche dell'ambientalismo mirano a limitare pratiche che provocano danni agli ecosistemi, ma spesso questi non sono funzionali, come i provvedimenti del Protocollo di Kyoto. Le riduzioni che esso prevede avranno un impatto minimo sull’ambiente, a fronte di enormi danni economici in termini di mancato guadagno e di perdita di occupazione.

08 - Il movimento ambientalista è anti-umano

Accusati di anti-umanismo, gli ambientalisti sostengono che dalla tutela degli ecosistemi dipendono i “servizi” della natura, essi sono vere “farmacie biologiche”, utili alla ricerca medica. Persino le politiche di controllo demografico hanno come fine la sopravvivenza della specie umana. Inoltre, promuovono il passaggio dall’antropocentrismo al biocentrismo ed ecocentrismo.

Gli ambientalisti sono accusati di politiche anti-umane, di dimenticare la “dignità” dell'uomo, “mettendolo in secondo piano”. Particolarmente “antropofobica” è l'idea secondo la quale il pianeta non potrebbe ospitare più di un miliardo di persone e sarebbe auspicabile un ridimensionamento della popolazione.

09 - Il movimento ambientalista vuole assicurare un ambiente di vita legato ai ritmi e alle esigenze della natura: intervista a Fulco Pratesi

Fulco Pratesi, ambientalista, giornalista, illustratore e politico italiano, fondatore e presidente onorario del WWF Italia, intervistato dalla Redazione Pro\Versi, prende posizione a sostegno delle politiche ambientaliste, volte a proporre un’inversione di marcia dell’attuale sistema di sviluppo “inaccettabile e suicida”, che sta causando danni “irreversibili” all’ambiente.