Rosatellum bis

Il Rosatellum bis è la legge elettorale per Camera e Senato approvata in via definitiva il 26 ottobre 2017. È stata appoggiata da PD, FI, Lega Nord e AP; fortemente contrari il M5S e Mdp. Il Rosatellum va a sostituire il Sistema Elettorale Legalicum, risultato di due sentenze della Corte Costituzionale che avevano modificato le leggi Italicum (per la Camera) e Porcellum (per il Senato).

TESI FAVOREVOLI

TESI CONTRARIE

01 - Il Rosatellum bis è incostituzionale e anti-democratico

I promotori del Rosatellum bis lo difendono dalle accuse di incostituzionalità e anti-democraticità. Franco Mirabelli, senatore PD, spiega che la legge tiene presente le precedenti sentenze della Corte Costituzionale, quindi è costituzionale. Anche Ettore Rosato, capogruppo PD alla Camera, rassicura sulla costituzionalità del testo. Così anche il costituzionalista Cesare Pinelli.

In molti contestano l’incostituzionalità e l’anti-democraticità del Rosatellum bis, che limiterebbe gravemente la rappresentatività e favorirebbe le grandi coalizioni. Le critiche maggiori sono quelle degli esponenti del M5S e Mdp. Contro la nuova legge elettorale anche Felice Besostri, avvocato che si è impegnato a portare il Porcellum e l’Italicum difronte alla Corte Costituzionale.

02 - Il Rosatellum bis garantisce governabilità

Per i sostenitori, con il Rosatellum bis si arriverà a una maggioranza e a una piena governabilità del Paese. Convinto sostenitore di questa tesi è Roberto Formigoni, senatore di AP, secondo il quale essa aiuterà a superare le frammentazioni politiche, favorendo le coalizioni. Dello stesso parere il deputato del PD, Dario Parrini, e Giorgio Pagliari, senatore del PD.

Secondo le simulazioni dell’Istituto Carlo Cattaneo e dell’Istituto Tecnè, andando al voto con il Rosatellum bis, la governabilità rimarrebbe lontana. Anche per Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, con il Rosatellum bis non si raggiungerà una maggioranza per formare il governo, perché la legge può funzionare solo con due fazioni contrapposte e non con tre, com’è ora in Italia.